Deutschland-Edition-1-2020-ITA

J O I N T H E D I G I T A L C O N V E R S A T I O N ! Pluralism. Populism. Journalism. In the coming months, Deutsche Welle will oﬀ er a series of digital networking opportunities to all friends of the Global Media Forum. We will use various digital formats to promote discussions on this year’s topic and create a platform for interactions and exchanges within our global conference community. Despite these turbulent times, we hope to bring together decision- makers and inﬂ uencers from the media, politics and civil society, culture, education, business, science and more. Visit us online to stay up to date on our conference program and join this global, interdisciplinary conversation #dw_gmf dw.com/gmf dw.gmf GMFconference DW_GMF Global Media Forum (GMF) M A I N P A R T N E R S C O - H O S T E D B Y P U B L I C P A R T N E R S

E D I T O R I A L E La forza della solidarietà e della cooperazione Care lettrici, cari lettori, la pandemia corona ha portato con sé tante insicurezze, ma anche qualche certezza, come ad esempio l’aver capito che la cooperazione è il miglior vaccino e il miglior rimedio contro le crisi. Con la pandemia, la cooperazione europea è diventata ancora più importante. “È il momento dell’Europa” dice la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Anche la presidenza tedesca del Consiglio UE all’insegna del motto “Insieme. Per rilanciare l’Europa.” nella seconda metà del 2020 sarà dunque particolarmente importante. La Germania assume la presidenza del Consiglio in un momento in cui l’Unione prepara la strada per il periodo dopo la crisi. Tante sono le opportunità che si offrono, anche n vista delle questioni future su cui la Germania intende porre l’accento nei prossimi mesi: digitalizzazione, protezione del clima, economia sostenibile, cooperazione internazionale. Cordialità, la vostra redazione D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

I N D I C E N U M E R I E F A T T I 06 40 I trattati, i candidati all’adesione, il parlamento: l’Unione Europea in breve Le città più grandi, i maggiori porti, i club sportivi più importanti: l’UE in superlativi E U R O P A 08 10 21 22 24 25 28 34 36 37 42 44 48 Insieme. Per rilanciare l’Europa: la presidenza tedesca del Consiglio UE “Il momento dell’Europa”: la solidarietà come risposta alla crisi corona “Investire insieme nel futuro”: la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen sulle lezioni della pandemia Europa digitale: la strada del progresso Intervista a Karl-Heinz Streibich, presidente della Accademia Tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria (acatech) Digitale e innovativa: esempi best-practice dagli Stati membri Vivere nell’UE: lavoro, studio, viaggi, ricerca e tutela del consumatore Europa verde: puntare sulla sostenibilità Intervista a Frans Timmermans, commissario UE per la tutela del clima Verdi e innovativi: esempi best-practice dagli Stati membri L‘Europa e noi: voci da tre continenti Europa responsabile: sicurezza e difesa “Earth Speakr”: Olafur Eliasson e la sua opera per la presidenza del Consiglio S T A N D A R D 03 Editoriale 54 Sigla editoriale A P O R U E 4 I 5

10 28 34 “ D E U T S C H L A N D ” I N D I A L O G O www.deutschland.de www.facebook.com/deutschland.de instagram.com/deutschland_de www.twitter.com/en_germany D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0 D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0 48

N U M E R I & F A T T I EUROZONA 19 Paesi, una valuta: “Eurozona è la definizione ufficiosa per i 19 Stati UE che sono membri dell’Unione Economica e Monetaria europea (UEM) e che hanno introdotto l’euro quale moneta comune. La UEM è nata nel 1999 con undici Stati, gli altri si sono aggiunti nel corso degli anni successivi. Le banconote e le monete euro sono state messe in circolazione nel 2002, andando a sostituire le valute nazionali. Sede della Banca Centrale Europea (BCE) è Francoforte sul Meno e la francese Christine Lagarde la presiede dal 1° novembre 2019. Numeri & Fatti La UE è una costruzione unica nel suo genere al mondo: è un’unione di Stati europei democratici che si sono prefissi come obiettivo primario il mantenimento della pace e il perseguimento del benessere. NUOVI MEMBRI ++ Due Paesi che possono aspirare a aderire all’UE sono l’Albania e la Macedonia del Nord. Solo recentemente gli Stati membri hanno accettato la proposta della Commissione UE di dare avvio a negoziati di adesione con i due Paesi dei Balcani occidentali. “Il loro futuro è nell’UE ”, afferma il commissario UE per l’allarga- mento, Olivér Várhelyi. Da tempo la Commissione europea sostiene l’allargamento dell’unione ai Balcani occidentali. A B I T A N T I NETTE DIVERGENZE Circa 447 milioni di persone vivono nei 27 Paesi membri dell‘UE – la terza popolazione del mondo per grandezza dopo India e Cina. Con i suoi 83,1 milioni di abitanti, la Germania è lo Stato membro con la maggiore popola- zione, prima di Francia (67 milioni), Italia (60,4 milioni), Spagna (46,9 milioni) e Polonia ( 37,9 milioni). Con la fuoriuscita della Gran Bretagna a fine gennaio 2020, l’UE ha perso circa 66,6 milioni di abitanti. La superficie della comunità di stati è pari a oltre quattro milioni di km 2. In termini di superficie, la Francia è il Paese più grande e Malta il Paese più piccolo dell’UE. La Germania ha una superficie di 357 376 km 2 ed è con ciò il quarto Stato UE per grandezza. A P O R U E 6 I 7

OTTO TR ATTATI costituiscono il quadro giuridico dell’Unione Europea. L’UE si fonda sul principio dello stato di diritto. Ciò signiﬁca che ogni attività dell’Unione è regolata da trattati sottoscritti e accettati da tutti gli Stati membri UE su una base volontaria e democratica. I CONTR AT TI PIÙ IMPORTANTI SONO: 1951 Trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell‘acciaio 1957 Trattati di Roma – Trattato CEE e Trattato Euratom Trattato di fusione – Trattato di Bruxelles 1965 1986 Atto unico europeo 1992 Trattato sull’Unione europea - Trattato di Maastricht 1997 Trattato di Amsterdam 2001 Trattato di Nizza 2007 Trattato di Lisbona L A U E E L A B R E X I T Il 23 giugno 2016, in occasione del relativo referendum nel Regno Unito, una scarsa maggioranza di elettori (51,9 %) votava a favore dell’uscita del Paese dall’Unione Europea (Brexit). Il 31 gennaio 2020 il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea, tre anni e sette mesi dopo che il popolo britannico aveva votato a favore di ciò. Fino alla fine del 2020 il Regno Unito, con i suoi 66 milioni di cittadini, resta ancora in un periodo di transizione in cui poco cambierà. In questa fase è previsto che Bruxelles e Londra si accordino sui loro rapporti futuri. 705 S P I N T A C O N T I N U A V E R S O L E C I T T À Circa il 98 percento delle persone in Belgio vive in città. Il Paese del Benelux è con ciò in cima al cosiddetto grado di urbanizzazione nella UE. Il grado di urbanizzazione definisce la quota di abitanti in città rispetto alla popolazione complessiva. La Germania si posiziona al centro del ranking con una quota di circa 77 percento. cittadini e cittadine europei sono membri del Parlamento europeo. Fino alla fuoriuscita del Regno Unito dalla UE, il parlamento contava 751 seggi. 27 dei 73 seggi del Regno Unito sono stati distribuiti ad altri Stati membri, mentre i restanti 46 seggi costituiscono una riserva per possibili, futuri allargamenti dell’UE. Con i suoi 96 deputati, la Germania costituisce il gruppo maggiore. Nel 1950 cominciava a delinearsi il progetto europeo. Il 9 maggio di quell’anno, il ministro degli esteri francese Robert Schuman proponeva in un discorso l’istituzione della Comunità europea del carbone e dell‘acciaio (CECA), la prima pietra dell’Unione Europea. Assieme al connazionale Jean Monnet, a Konrad Adenauer, allora cancelliere tedesco, all’italiano Alcide De Gasperi e al belga Paul-Henri Spaak, egli fa parte dei leggendari padri fondatori dell’unifica- zione europea. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

P R E S I D E N Z A D E L C O N S I G L I O U E Insieme. Per rilanciare l ’ Europa A P O R U E 8 I 9 D Da dottore in fisica, Angela Merkel sa molto bene che piccole cose possono liberare grandi forze. E lo stesso non può fare a meno di condividere lo stupo re, assieme a tanti altri nel mondo, di fronte alla violenza con cui il coronavirus si abbatte su società ed intere economie. “Un virus dal diametro di 140 nanometri ha sviluppato un impatto globale”, ha detto la cancelliera alla fine di maggio in un discor so in occasione di un invito della Fondazione Kon rad Adenauer a Berlino. E così come il virus mette in questione tante presunte certezze, esso ha anche costretto un nuovo orientamento per la presidenza tedesca del Consiglio dei ministri UE. Il 1° luglio la Germania ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’UE per un semestre. Un’opportunità per plasmare ancora più del solito l’Europa e per stabilire priorità tematiche. Il superamento comune della crisi non potrà non essere al centro della presidenza. Ma ciò rappresente rebbe anche un’opportunità, come dice Angela Mer kel. “Per me è chiaro sin da ora: l’Europa può uscire dalla crisi più forte di quanto non fosse al suo inizio. Per poter essere all’altezza di questa ambizione, io vedo un Leitmotiv, il seguente: coesione europea e solidarietà europea.” Oltre a gestire le conseguenze della pandemia, sarebbe necessario tuttavia non perdere di vista i temi futuri globali, che la Germania intendeva comunque enfatizzare durante la sua presidenza del Consiglio. Tanto più che sono stret tamente legati alla pandemia: ne fanno parte la tute la del clima e l’economia sostenibile, assieme alla digitalizzazione e al ruolo dell’Europa nel mondo. Sarà proprio lo sguardo al di là della propria regione ad informare la presidenza tedesca La pandemia corona ha posto il superamento della crisi al centro della presidenza tedesca del Consiglio UE. Ma nei prossimi mesi l’UE certamente non si occuperà solo di sé stessa. In cima all’agenda continua a figurare il suo ruolo nel mondo.

P R E S I D E N Z A D E L C O N S I G L I O U E F I N O A L 2 0 2 4 1 . S E M E S T R E 2 . S E M E S T R E 2020 Croazia Germania 2021 Portogallo Slovenia 2022 Francia Repubblica Ceca 2023 Svezia Spagna 2024 Belgio Ungheria Ogni sei mesi un altro Stato membro UE assume la presidenza del Consiglio, vale a dire la presidenza del Consiglio dell’UE. La presidenza di turno organizza e dirige tutte le sedute del Consiglio e rappresenta il Consiglio nei confronti delle altre istituzioni europee e a livello europeo. Conformemente al suo ruolo di me- diazione, si adopera per raggiungere compromessi tra gli Stati membri. Per ulteriori informazioni: www.eu2020.de del Consiglio, anche se allo stesso tempo è neces sario portare avanti la ripresa economica dell’Eu ropa e garantire la coesione europea. Angela Merkel: “Vorrei che l’Unione Europea mostri solidarietà anche a livello globale e che si faccia carico di più responsabilità”. “In molti luoghi, la pandemia aggraverà i conflitti e i problemi esi stenti ed essa mette dunque alla prova anche la capacità d’agire dell’Unione Europea nel campo della politica estera e di sicurezza.” Una ragione in più per l’UE per difendere i suoi valori come democrazia, libertà e protezione della dignità umana in tutto il mondo.” Concretamente durante la sua presiden za, che la Germania eserciterà in trio, in stretto collegamento con i due successori di turno, Porto gallo e Slovenia, il rapporto dell’UE con la Cina svolgerà ad esempio un ruolo importante. Si vuole approfondire anche il partenariato con l’Africa. Sono previsti incontri al vertice sia con la Cina che con l’Unione Africana, ma quando e in quale forma essi avranno luogo: anche su ciò un virus di 140 nanometri avrà da dire la sua, anche se non potrà influenzare il fatto che lo scambio avrà luogo. L ’ U N I O N E E U R O P E A Consiglio Europeo Consiglio dell‘UE (Consiglio dei ministri) Commissione UE 27 capi di Stato e di governo, presidente del Consiglio, presidente della Commissione UE Ministri competenti dei 27 Paesi membri 27 commissari indipendenti (ad es. ministri degli esteri o dell‘agricoltura) (uno per Paese membro) indica la direzione politica generale propone disegni di legge propone disegni di legge Altre istituzioni e organi dell‘UE (scelta) decidono insieme le leggi e il bilancio UE Corte di giustizia dell’Unione Europea Corte dei conti europea Comitato economico e sociale controlla che siano applicati i trattati controlla le spese compiti consultivi Comitato europeo delle regioni UE compiti consultivi Banca Centrale Europea assicura la stabilità del sistema finanziario (euro) e dei prezzi Parlamento Europeo 705 deputati dai 27 Paesi membri controlla democraticamente tutti gli organi UE conferma, controlla, chiede le dimissioni, presenta una missione di sfiducia eleggono direttamente cittadini UE Iniziative di legge su iniziativa popolare Fonte: Unione Europea 2020 D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

E U R O P A S O L I D A L E P A N D E M I A C O V I D - 1 9 A “Il momento dell‘Europa” P O R U E La pandemia corona ha gettato l’Unione Europea nella più grande crisi della sua esistenza. Nessuno Stato è stato risparmiato, nessun Paese non è stato colpito. Senza preavviso, senza aver tempo di prepa rarsi, il virus si è abbattuto sull’UE e la mette a dura prova. Il sistema multilaterale ha risposto a questa sfida senza precedenti con uno sforzo congiunto altrettanto unico. T E S T O A R N D F E S T E R L I N G 1 0 I 1 1

La pandemia cambia anche la comunicazione: le videoconfe- renze sono il nuovo standard (sopra). Come la distanza dagli altri (a destra) Una buona giornata: il bar può riaprire (in basso). E U R O P A S O L I D A L E È“È il momento dell’Europa”: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha pronuncia- to questa frase non nei tempi migliori di un’Unione Europea prosperante, ma nel bel mezzo della sua peggiore crisi. La frase è dunque da un lato una ri- chiesta programmatica, ma dall’altro anche una de- scrizione della gestione della crisi. Perché di fronte alla pandemia l’Europa si è dimostrata solidale così come ci si aspetta da una comunità. L’inizio è stato l’aiuto spontaneo d’emergenza degli Stati, forse in modo più esitante di quanto non fosse giusto e ne- cessario. Ma dopo alcune difficoltà iniziali, gli aiuti sono culminati in un programma unico nel suo ge- nere, della portata di alcune centinaia di miliardi di euro, che “stimolerà l’occupazione e la crescita, la resilienza delle nostre società e la salubrità dell’am- biente che ci circonda”, come afferma von der Leyen. La solidarietà europea si è manifestata dapprima in aeroporti in tutto il mondo. Nel giro di quattro settimane sono state rimpatriate in Ger- mania 230 000 persone, 62 000 in aeroplani noleg- giati dal Ministero degli Affari Esteri. Tra i passeg- geri figuravano anche 6000 cittadini di altri Stati UE e 3300 cittadini non UE. Per aiutare i partner, a bordo di altri aerei, gli speciali Medevac dell’eser- cito tedesco, sono stati trasportati 228 gravi pazien- ti corona da Paesi particolarmente colpiti come l’I- talia, la Francia e i Paesi Bassi, diretti in cliniche tedesche. Ciò che è iniziato con aiuti diretti a singo- li individui è proseguito con pacchetti di aiuto del- la Commissione UE sostenuti dalla Germania. La Germania ha però aiutato anche in modo diretto: 142 respiratori sono stati portati in Italia, Spagna, Francia e Gran Bretagna, assieme a materiale medi- co e mascherine protettive. A P O R U E 1 4 I 1 5

E U R O P A S O L I D A L E “Un momento di speranza” La cancelliera federale Angela Merkel pensava alla solidarietà vissuta anche quando ha parlato di “un momento di speranza”. Il capo di governo tedesco intendeva la conferenza mondiale dei donatori per la ricerca di un vaccino. È stata l’Europa a dare la spinta iniziale. La Commissione UE voleva raggiungere 7,5 miliardi di euro e ci si è quasi riusciti: l’UE stessa dona un miliardo di euro, la Germania contribuisce con 525 milioni. La spe- ranza di cui parlava Angela Merkel non è rivolta però solo a un vaccino ma anche a far sì che, nella crisi, l’Europa sviluppi la forza e la solidarietà non solo per superare la crisi Covid-19, bensì per uscire più forte dalla pandemia. Nessun Paese in Europa ha più vicini del- la Germania e otto dei nove Stati confinanti fanno parte dell’UE. È dalla geografia stessa, dunque, che nasce l’idea di base della politica europea tede- sca, che solo l’unità europea può portare e assicu- rare al continente pace, sicurezza e benessere. Per questo motivo la Germania è divenuta, accanto alla Francia, la forza trainante dell’integrazione europea. Anche nella risposta alla crisi corona, questo partenariato speciale si è dimostrato essere un motore, anche quando il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera Merkel hanno proposto un “piano di ricostruzione” per tutti gli Stati UE, ma in prima linea per i Paesi più dura- mente colpiti dalla pandemia. Merkel e Macron volevano investire nell’economia europea 500 mi- liardi di euro. La Commissione UE intende ora investire addirittura 750 miliardi di euro nell’arco di tre anni nell’ambito del piano “Next Genera- tion EU”, di cui 500 miliardi sotto forma di sov- venzioni non rimborsabili. Dalla cooperazione alla solidarietà Per la prima volta nella storia dell’UE sono stati assunti crediti di tale portate al fine di supportare Paesi, anche attraverso il Green Deal che intende far approdare l’Europa alla neutralità climatica, rafforzando il mercato unico, promuovendo la digi- talizzazione e un equo mercato del lavoro. Ciò che alcuni criticano come violazione di un tabu, per altri rappresenta un passo dalla cooperazione euro- pea alla solidarietà europea. Un’Unione solidale aiuta membri più duramente colpiti anche senza riceverne direttamente un vantaggio, partendo sempre dall’idea di base che la solidarietà in Europa e al di là dei propri confini aiuti, a lungo andare, tutti gli Stati UE. Il Presidente federale Frank-Walter Stein- meier ha sottolineato questo pensiero in un discor- so televisivo in cui si è appellato alla popolazione perché mostri la solidarietà europea: “La Germania non può uscire forte e sana dalla crisi, se anche i nostri vicini non diventano forti e sani.” A P O R U E 1 6 I 1 7

Aiuti per i malati: arriva a Dresda un paziente dall’Italia (a sinistra). Aiuti per turisti: il Ministero degli Affari Esteri organizza voli di rimpatrio (al centro). Salvezza per contagiati: arrivo in un ospedale a Mulhouse (a destra) 750 miliardi di euro per i suoi membri mobilita l‘Unione con il piano “Next Generation EU”. E S T E RI F A R I F L I A O D E G R T IS N I M s a a M o k i e H “In tutto il mondo c’è bisogno adesso della nostra soli darietà, una solida rietà che non faccia differenza tra poveri e ricchi, uomini e donne, bianchi e ne ri, così come non fa il virus. Siamo con sapevoli di questa responsabilità e vogliamo esserne all‘altezza.” D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

La presidente della Commissione von der Leyen ha riassunto così il principio guida delle iniziative di aiuto corona: “Dobbiamo riparare i danni a breve termine causati dalla crisi in modo da investire anche nel nostro futuro a lungo termi- ne.” La concorrenza globale non si ferma a causa di corona, non fa neanche una pausa. Gli sforzi della Cina volti ad acquisire influenza nel mondo proseguono senza sosta e il cambiamento di rotta politica negli USA, l’abbandono di un approccio multilaterale, tende addirittura ad accelerarsi. Obiettivo della politica europea secondo la Com- missione, come pure secondo la Germania e la Francia, deve essere un’Europa forte economica- mente, che in questo contesto di concorrenza non può permettersi lunghi periodi di riposo dopo la pandemia. Altrimenti aumenterebbe il rischio di perdere peso non solo economico ma anche poli- tico nel mondo. Il sostegno all’economia segue gli stessi principi in Germania e in Europa: elargire aiuti agli individui, ai lavoratori colpiti o minacciati dalla disoccupazione come pure ai lavoratori auto- nomi e a piccoli imprenditori, ma anche aiuto alle > PROGR A MMI UE Next Generation EU comprende ulteriori 750 miliardi di euro del cosiddetto “Recovery Fund” assieme a potenziamenti del bilancio UE 20212027 per una somma di 1,85 bilioni di euro per far ripartire l’economia. rescEU, il meccanismo di protezione civile finanziato dall’UE, fa scorte di dispositivi di protezione, ventila tori e terapeutici. ERAvsCorona sostiene la raccolta e lo scambio di dati scientifici relativi a corona. SURE assicura posti di lavoro con 100 miliardi di euro, finanziando la cassa integrazione oppure aiuti a lavoratori autonomi. InvestEU finanzia investimenti privati con un volume pari a 15,3 miliardi di euro. REACT-EU sarà attivo fino al 2022 e aumenta i fondi di programmi di coesione di 55 miliardi di euro. EU4Health, con una dotazione di 9,4 miliardi di euro, è votato al rafforzamento della sicurezza sanita ria e alla prevenzione di futuri rischi alla salute. Orizzonte Europa è stato potenziato con ulteriori 94,4 miliardi di euro, volti a finanziare ricerca e innovazione nel campo della salute, la resilienza e la transizione verde e digitale. Ha una durata di sette anni. aziende e fino ai grandi gruppi. In Germania, oltre sette milioni di persone sono in cassa integra- zione, in tutta l’UE lo sono circa 42 milioni di occupati, persone che molto probabilmente sareb- bero altrimenti disoccupati. Per loro è concepito, a livello europeo, il programma SURE, che mette a disposizione degli Stati UE un credito per la somma di 100 miliardi di euro per finanziare la cassa integrazione. Per le piccole e medie imprese, la Banca Europea per gli Investimenti BEI ha a disposizione circa 200 miliardi di euro, assicurati dagli Stati UE con un fondo di garanzia di 25 mi- liardi di euro. I fondi della BEI sono stati aumen- tati a 8 miliardi di euro. E E R M I N I S T R O DELLE FIN A N Z E C E L L I E N A C E C I V Z L O H C S F A L O “Questa crisi potrebbe dare un impulso all’Europa perché si avvicini ancora di più. Per ché nel mondo del XXI secolo pos siamo sopravvivere solo insieme ed una politica finanziaria più integrata po trebbe rappresenta re un passo impor tante su questa strada.” D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

E U R O P A S O L I D A L E In tutta l’Europa si fa ricerca per un vaccino: a Parigi, Francia (a sinistra), come a Lovanio, Belgio (in basso) e in centinaia di altri laboratori sparsi sul continente. Prospettive per ricerca e scienza Anche il tema della ricerca è attualmente nel segno della pandemia. Dall’inizio della crisi, la Commissione UE ha investito quasi mezzo miliar- do di euro direttamente in progetti di ricerca coro- na. Tra le altre cose è stato finanziato un portale europeo di dati Covid-19, nell’ambito del piano di azione ERAvsCorona, che sostiene il lavoro dei ri- cercatori con un’ampia raccolta di dati provenienti da tutti i progetti europei legati alla pandemia coro- na. L’iniziativa “Medicinali Innovativi” ha ricevuto 72 milioni di euro, 150 milioni di euro sono dispo- nibili per investimenti in aziende innovative. Si tratta solo di alcuni esempi che, per il loro volume, impallidiscono di fronte al piano “Orizzonte Euro- pa”, il successore di “Orizzonte 2020”. Entro il 2028 si prevedono investimenti per circa 94,4 mi- liardi di euro nella promozione dell’eccellenza scientifica, della competitività industriale e delle innovazioni come pure nella ricerca nei campi della salute, cultura, sicurezza civile, digitalizzazione, in- dustria, clima, energia, mobilità, agricoltura e am- biente. “Un nemico sconosciuto e una crisi di portata e dinamica sinora senza precedenti hanno preso dapprima un po’ alla sprovvista l’Europa” am- mette la presidente della Commissione europea von der Leyen, affermando allo stesso tempo ri- guardo al presente e al futuro: “Ma adesso l’Europa è attiva, solidale. Questa solidarietà è contagiosa ed è il cuore della nostra Unione.” A P O R U E 2 0 I 2 1 > #EuropeUnited “Il superamento della sfida globale senza precedenti rappresentata dalla pandemia Covid19 richiede uno sforzo comune del sistema multilaterale. Senza un agire comune, senza solidarietà ed empatia non è possibile affrontare questa sfida globale. La Germania si fa forte per una gestione efficiente della crisi, per credibilità, trasparenza e per i valori democratici fondamentali. L’Unione Europea può superare questa crisi solo se collabora come #EuropeUnited. Vogliamo che l’UE esca rafforzata dalla crisi e contribuisca a plasmare l’ordine globale, al fine di garantire più sostenibilità, più giustizia e più solidarietà. #TeamEurope dovrebbe dare insieme una risposta alle attuali sfide globali.” Ministero degli Affari Esteri, Berlino

U R S U L A V O N D E R L E Y E N “ L’ Europa è ora diventata il cuore pulsante della solidarietà nel mondo” La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen sulla lotta della UE contro la pandemia Corona – Estratto dal discorso del 16 aprile 2020 al Parlamento europeo Non trovo le parole per rendere giustizia al dolore dell’Europa o a tutte le persone che soffrono nel mondo. Rivolgiamo i nostri pensieri e le nostre pre- ghiere a tutte le famiglie in lutto. E ci ripromettiamo di raccontare le loro storie e di onorare le loro vite e la loro memoria. (…) Migliaia di storie, ognuna delle quali si porta via un piccolo frammento del nostro cuore. Ma esse ci rendono ancora più deter- minati nel nostro obiettivo di garantire che l’Europa faccia tutto quello che è in suo potere per tentare di salvare ogni vita. Non si può sconfiggere una pandemia così rapida e di tale portata senza dire la verità. La verità su tutto: sui numeri, sulla scienza, sulle previsioni, ma anche sulle nostre stesse azioni. Sì, è vero: nes- suno era davvero pronto per tutto questo. È anche vero che troppi non si sono resi disponibili per tem- po quando l’Italia aveva bisogno di un aiuto nelle primissime fasi. E sì, per questo, è giusto che l’Eu- ropa nel suo insieme porga le sue scuse più sincere. Ma scusarsi ha un valore solo se ci porta a modifi- care il nostro comportamento. Ed è anche vero che non c’è voluto molto prima che tutti capissero che è solo proteggendoci a vicenda che possiamo proteggere noi stessi. Ed è vero che l’Europa è ora diventata il cuore pulsante della solidarietà nel mon- do. (…) A questo proposito voglio citare un brano del Manifesto di Ventotene – scritto da due tra i più grandi visionari italiani ed europei: Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, quest’ultimo uno dei nostri padri fondatori. Scrivendo dalla prigione di un’isola re- mota, nel pieno della guerra, quando tutte le speranze di un’Europa unita sembravano perdute, ci lasciarono queste parole piene di speranza: “Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato.” Quel momento è sopraggiunto una volta di più. Il momento di lasciarci alle spalle vecchie divisioni, dispute e recriminazioni. Di uscire dalle nostre trincee. (…) Questa è l’Europa che io credo possa emergere da questa crisi. Un’Europa che fa tutto ciò che è in suo potere per proteggere vite e mezzi di sussistenza. Un’Europa aperta verso il mondo ma che può prendersi cura di sé stessa. Un’Europa più resiliente, verde e digitale e che investe coesa nel proprio futuro. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

Un maggiore utilizzo dell’intelligenza artificiale, creazione di enormi ‘data rooms’, con- nessioni a banda larga e reti 5G: l’Europa passa all’offensiva digitale. Con la nuova strategia digitale, l’Unione Europea intende diventare modello globale per l’economia digitale, al servizio dell’umanità e per la tutela del clima. I presupposti per farlo sono buo- ni, perché l’Europa può basarsi su una lunga tradi- zione di ricerca, innovazione e tecnologia. Si intende ora promuovere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale con l’aiuto di centri di ricerca eccellenti, sistemi di- gitali sicuri, un’ottima robotica e aziende efficienti. Ma la responsabilità sarà sempre di persone. Le au- torità sono chiamate a verificare e certificare i dati usati dagli algoritmi così come fanno per cosmetici, automobili e giocattoli. Nei casi ad alto rischio come nel settore sanitario, della polizia e del traffico, i si- stemi di IA saranno trasparenti e rintracciabili. Un progetto centrale è la creazione di data rooms europee separate. La quantità di dati ge- nerati dalle aziende e dagli enti pubblici è in costan- te aumento, ma il loro potenziale non è ancora esau- rito. Si vuole pertanto creare un mercato unico a vantaggio di aziende, ricercatori ed enti pubblici. Anche qui l’Europa dispone delle migliori condizioni per farlo, vale a dire della più forte base industriale del mondo. Dapprima si creerà tuttavia un quadro giuridico. “Voglio che l’Europa digitale rifletta il me- glio che l’Europa ha da offrire”, ha detto la presiden- te della Commissione europea Ursula von der Leyen quando ha presentato: “Apertura, equità, diversità, democrazia e fiducia.” D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

E U R O P A D I G I T A L E K A R L - H E I N Z S T R E I B I C H Vantaggio: Europa Il presidente della Accademia Tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria (acatech) nonché ex CEO di Software AG, Karl-Heinz Streibich, vede nella digitalizzazione alme- no un vantaggio decisivo per l’Europa. I N T E R V I S T A M A R T I N O R T H A P O R U E 2 4 I 2 5 SSignor Streibich, a febbraio la Commissione europea ha presentato la strategia digitale per l’Europa. Le idee e le misure presentate sono sufficienti per sopravvivere nella competizione internazionale? La strategia digitale UE è ambiziosa, e deve anche esserlo. In definitiva si tratta di capire se noi, come comunità di valori di Stati democratici, possiamo o meno definire in modo sovrano il nostro percor- so nell’era digitale. La strategia UE riunisce temi della politica di localizzazione, di lotta alla discri- minazione, protezione della privacy, della prote- zione dei dati e della lotta alla disinformazione. Adesso dobbiamo vedere cosa riusciamo a farne nell’ambito della presidenza tedesca del Consiglio UE. Con il progetto GAIA-X, la Germania ha già sviluppato alcune prime idee su come raggiungere la sovranità digitale in materia di infrastrutture Cloud e per l’economia della piattaforma. È chiaro che acquisiamo sovranità, nota bene nel senso di apertura, libertà di scelta e possibilità di azione, non come Stati nazionali, bensì solo come comu- nità di Stati. La strategia è molto incentrata sulle persone. Que- sto è un punto di forza oppure uno svantaggio nel paragone internazionale? L’orientamento sulle persone è necessario e giusto, perché alla fine è decisiva l’accettazione da parte di ogni individuo. Dobbiamo concepire nuove tecno- logie sempre partendo dall’utilità per il singolo e la comunità. Il settore digitale sviluppa le sue applica- zioni da sempre dalla prospettiva B2C, vale a dire partendo dal cliente. Adesso diventa sempre più im- portante combinare prodotti di pregio con attraenti servizi digitali e, partendo dall’individuo, pensare in sistemi collegati, vale a dire in piattaforme. Ad esempio, non costruire le automobili più affidabili possibili, bensì offrire una moderna esperienza di mobilità, ecologica e digitale. Gli USA hanno i loro giganti tecnologici, la Cina applica già adesso l’intelligenza artificiale in gran- de stile. L’Europa ha quali assi nella manica? Noi siamo bravi a conciliare la diversità sociale e l’adattabilità economica in una grande comunità, questo è un valore europeo. Abbiamo buone con- dizioni di partenza. La nostra maggiore forza eco- nomica è il nucleo industriale composto da grandi aziende, da leader mondiali di medie dimensioni, imprese più piccole specializzate e di successo e anche start up. Inoltre, il nostro variegato paesag- gio industriale crea, assieme alla ricerca, un ecosi- stema innovativo. Sono convinto che nella prossi- ma fase di digitalizzazione sarà più semplice dotar- si di digitalizzazione sulla base di un’industria forte che, per aziende puramente digitali, completare l’industrializzazione. Pertanto, i nostri presupposti sono molto buoni. La Germania è in testa rispetto a Industria 4.0. In quali Paesi UE vede ancora approcci sostenibili nella digitalizzazione? Ce ne sono alcuni che hanno imprese ed iniziative molto promettenti. La nostra Piattaforma Indu- stria 4.0 e la Piattaforma AI Learning Systems stanno già cooperando a livello europeo. Industria 4.0, il networking digitale e l’intelligenza artificiale non sono progetti nazionali. Dobbiamo investire in ecosistemi forti e innovativi, attraenti a livello internazionale, capaci di crescere in un mercato unico europeo meglio integrato possibile.

Tanti ecosistemi innovativi Per via dei loro presupposti diversi, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno intrapreso vari percorsi di digitalizzazione. Cinque buoni esempi dall‘Europa. T E S T O J A S M I N S I E B E R T R E P U B B L I C A C E C A : S T A M P A 3 - D E S T O N I A : U F F I C I D I G I T A L I La Repubblica Ceca vive un boom di giovani aziende IT. Che sono state chiamate in causa all’inizio del 2020, quando il governo ceco voleva spendere 16 milioni di euro per un online shop dove acquistare il bollino di pedaggio per l’autostrada. Per protesta, alcuni hacker hanno programmato gratuitamente uno shop siffatto nel giro di pochi giorni. Registrare un nuovo indirizzo, richiedere prestazioni sociali o fare il passaggio di proprietà della macchina: ciò che spesso in altri Paesi significa stare in fila per ore, in Estonia si può sbrigare con un paio di click del mouse: il 99 percento di tutte le questioni amministrative si regolano online. Nell’ex Paese dell’industria pesante, la digitalizzazione comporta oggi una quota di prodotto interno lordo più alta della media ri- spetto al resto dell’Europa. Molti ragazzi scelgono di studiare in- formatica e per amor di patria tanti cechi preferiscono fondare la propria start up tecnologica piuttosto che emigrare. Vi figurano alcuni leader mondiali del mercato. In una villa a Praga, Cyber- gym Europe simula la guerra cibernetica. Da tutta Europa, azien- de inviano i loro dipendenti in questo sito digitale di esercitazioni, dove imparano come comportarsi in caso di attacco da parte di hacker. Anche la stampante 3-D più usata al mondo viene da Pra- ga: Prusa Research è considerata l’azienda tecnologica in più rapi- da crescita dell’Europa centrale. Ogni mese, partono da qui mi- gliaia di stampanti 3-D dirette in tutto il mondo, giorno e notte le macchine stampano stampanti, praticamente si autoriproducono. Se i genitori novelli sono più rilassati in Estonia che altrove, ciò può essere dovuto all’amministrazione. In “E-Estonia”, come il Pa- ese baltico ama definirsi, un bambino appena nato viene iscritto subito all’anagrafe dall’ospedale. Certificato di nascita, assicura- zione sanitaria, assegni familiari e altre prestazioni sono richiesti automaticamente. Uno dei motivi per l’avanzata digitalizzazione è la scarsa densità di popolazione del Paese baltico. Poiché gli uffici sono spesso distanti, gli estoni hanno presto cominciato a lavora- re su soluzioni digitali. Oggi, autorità e aziende offrono oltre 3000 servizi online e per poterne fare uso c’è solo bisogno della ‘tessera di cittadino’, che è allo stesso tempo documento, patente e tessera sanitaria. Dal 2005, gli estoni possono addirittura votare online. È necessario andare di persona in un ufficio sono per tre cose: sposarsi, divorziare e acquistare un immobile. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

E U R O P A D I G I T A L E A P O R U E G E R M A N I A : S M A R T F A C T O R Y La Smart Factory è il cuore di Industria 4.0, la strategia futura di alta tecnologia del go- verno federale tedesco. Nella fabbrica intelligente non solo macchinari e prodotti sono connessi in rete, anche il pavimento della fabbrica del futuro è digitale. Telecamere e sensori controllano la produzione automatizzata. In caso d’emergenza, intervengono robot ed eliminano errori. Droni volano nella fabbrica e portano rifornimento di materiale. Se il magazzino è sprovvisto, un software ordina automaticamente quanto manca. Di operai non se ne vedono. Questa è la fabbrica intelligente del futuro, divenuta già realtà in alcune aziende tedesche. Macchine, software e robot sono collegati tra loro attraverso un internet superveloce e comunicano, imparano l’uno dall’altro e identificano prodotti per mezzo di chip RFID. Ma Industria 4.0 non significa solo che macchine producono autonomamente e automaticamente prodotti. La quarta rivoluzione industriale è l’addio alla produzione di massa industriale per un cliente anonimo. Al suo posto, si produce conformemente al fabbisogno descritto nell’ordine del cliente, che viene ricevuto online in fabbrica, dove un software programma gli impianti di produzione. Con ogni nuovo ordine i sistemi imparano grazie all’intelligenza artificiale. Produrre individualmente invece che per il magazzino è più economico e più ecologico. E poiché la maggior parte dei prodotti diventa sem- pre più digitale, è sempre meno probabile che il rapporto d’affari si concluda con la vendita di un pro- dotto finito. Vengono invece venduti prodotti ibridi compreso il servizio, come ad esempio l’update di software e la manutenzione. La tecnologia tedesca più innovativa nella smart factory è il pavimento digitale che, grazie a con- dutture elettriche e di dati, alimenta e guida robot. Ciò consente di risparmiare potenti batterie e com- plessi sistemi di tracciamento. Anche impianti di produzione possono essere comandati dal pavimento e modificare così, se necessario, linee di produzione. Nella fabbrica intelligente tutte i componenti sono collegati in rete, flessibili e mobili. Solo l’edificio della fabbrica sta ancora lì, immobile – per ora. 2 6 I 2 7

Smart factory, internet veloce, e-health: alcuni Paesi europei sono leader a livello internazionale L U S S E M B U R G O : I N T E R N E T V E L O C E L’internet veloce è il presupposto di base per la digitalizzazio- ne. Con una copertura di quasi il 100 percento, il Lussemburgo ha di gran lunga la rete a banda larga meglio sviluppata in Europa. Nel “Digital Readiness Index” del provider di rete Cisco, il granducato è arrivato secondo – dopo Singapore. Il ranking di 141 Paesi indica quanto bene i Paesi siano preparati al futuro digitale. Nel paragone delle migliori condizioni quadro per start up, il Lussemburgo si è assicurato addirittura il primo posto. Lo stato lussemburghese sostiene le start up ed è un vivace mercato di capitale di rischio. Il Lussemburgo ha investito molto denaro nella struttura digitale e l’accesso all’internet a banda larga è disponibile ovunque. La copertura con internet particolarmente veloce con velocità di download pari a oltre 30 Mbit per secondo è del 96 percento. Con ciò, il Lussemburgo è all’avanguardia in Europa, dove la media è del 74 percen- to. Anche nella disponibilità di internet mobile, il Lussemburgo vanta una posizione ben al di sopra della media. Nello spazio pubblico ci sono ovun- que hotspot Wi-Fi e con ciò chiunque può navigare in rete in qualsiasi momento senza usare il proprio volume di dati. F I N L A N D I A : E - H E A L T H Un ospedale virtuale e una tessera elettronica del paziente: il sistema sanitario elettronico finlandese è tra i più avanzati del mondo. La Finlandia è da tempo leader europeo nella digitalizzazione: dagli iniziali telefoni cellulari passando dall’online banking e dall’amministrazione elettronica (e-government), la sanità di- gitale è nel frattempo il maggior settore high-tech di esportazione. Dal 2010, le ricette per farmaci su prescrizione sono emesse digitalmente e la cartella clinica elettronica esiste nel Paese nordico da oltre 20 anni. Vi sono memorizzati i dati sanitari diagnosi mediche e ricet- te. In questo modo, pazienti e medici curanti possono visualizzare da qualsiasi luogo valori del sangue o condizioni preesistenti. Nel Paese scarsamente popolato, chi ha un problema di salute visita un villaggio virtuale della salute. La piattaforma offre informazioni attendibili in rete e ti guida attraverso il sistema sanitario finlandese. I pazienti possono comunicare online con medici e fissare appuntamenti. L’ultimo coup in fatto di sanità digitale è il proget- to nazionale di ricerca genetica ‘FinnGen’ partito nel 2017, che raccoglie dati genetici del 10 percento dei finlandesi. Il suo obiettivo: evidenziare visibili modifiche nel patrimonio ge- netico e prevenire le malattie. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

L A V O R A R E N E L L ’ U E Nell’UE, una vita lavorativa con stazioni in diversi Paesi è un qualcosa di molto diffuso. Nel 2019, circa 9,5 milioni di cittadini europei lavoravano in un altro Paese europeo. Nel giro di dieci anni, questo numero è cresciuto di quasi 60 percento. Una storia di successo, perché la libera circolazione dei lavoratori è una delle quattro libertà fonda mentali dell’UE. Per i cittadini dell’Unione, ciò comporta tutta una serie di opportunità: possono cercarsi un lavoro in un altro Paese UE, non hanno bisogno di un permesso di la voro e godono degli stessi diritti dei lavoratori nazionali. A marzo 2020 la quota di disoccupazione nell’UE era del 6,6 percento. La pandemia Corona ha causato un aumento, ma in linea di massima tanti sono i settori alla ricerca di per sonale, soprattutto quando si parla di assisten za e salute. Senza la migrazione da Paesi non UE, l’Europa avrà una percentuale troppo alta di anziani, lo sviluppo demografico non farà I numeri del MERC ATO DEL L AVORO Che cosa fa decidere di lasciare il proprio Paese? Secondo l’Ufficio federale tedesco di statistica, oltre alla situazione sul mercato del lavoro locale, la deci sione è fortemente moti vata dall’offerta di lavoro nella nuova destinazione. Grazie al buon andamen to dell’economia negli ultimi anni, la Germania è un Paese attraente: nel 2019 lavoravano in Germania 2,7 milioni di stranieri UE. Anche la Spagna e l’Italia erano destinazioni importanti. L’impatto della pandemia Corona sul mercato del lavoro europeo resta ancora da vedere. altro che accentuare la carenza. Anche in Germania mancano medici, ingegneri o infor matici. Con la nuova legge sull’immigrazione di lavoratori qualificati, entrata in vigore a marzo 2020, la Repubblica federale intende at tirare soprattutto specialisti da Paesi non UE. Durante la crisi Corona si è visto quanto la Germania sia dipendente anche da personale meno qualificato, ad esempio dall’Europa orientale: a causa delle restrizioni agli sposta menti, mancavano i lavoratori stagionali per il raccolto. Il problema è stato risolto adottan do un permesso speciale e permettendo così l’ingresso nel Paese di circa 80 000 braccianti stagionali. Aziende e lavoratori in Germania costretti a diminuire l’attività durante la pandemia Corona hanno potuto ricorrere alla cassa integrazione, un modello adottato con successo già durante la crisi economica e finanziaria europea. L’UE sostiene i Paesi membri anche attualmente nel finanziamento della cassa integrazione. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0 D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

S T U D I A R E N E L L ’ U E Un anno Erasmus ad Amsterdam, un master a Barcellona oppure un tirocinio a Berlino: studiare all’estero per un periodo di tempo è un’opzione particolarmente interessante per i giovani europei: hanno a disposizione l’intero spazio europeo d’istruzione superiore. Ne fanno parte 47 Stati. Dall’estate del 1999, infatti, Bologna non è solo il nome di una città dell’Italia setten trionale, ma anche sinonimo di un nuovo paesaggio comune dell’istruzione superiore in Europa. È stata soprattutto l’introduzione, nell’ambito del sistema Bologna, di un sistema triennale e biennale di studio, i cosiddetti bachelor e master, a facilitare di molto la mobilità di studenti e docenti. In merito all’ammissione, le università devono infatti trattare allo stesso modo candidati dal proprio Paese e quelli dallo spazio europeo dell’istruzione superiore. I diplomi di maturità di tutti gli Stati membri sono equipollenti. Anche il riconoscimento I numeri del ER A SMUS+ Un semestre all’estero in Europa è molto popolare tra gli studenti tedeschi. Ogni anno, circa 40 000 studenti tedeschi studiano in più di 30 Paesi europei grazie al programma Erasmus+. Nei soli primi 30 anni di esistenza del programma, circa 4,4 milioni di stu denti hanno approfittato dell’offerta. Nel 2017, circa 35 000 studenti stra nieri hanno optato per un soggiorno Erasmus in Germania. Circa l’83 percento dei beneficiari Erasmus dichiara di sentire un forte legame con l’Europa. dello studio è regolato chiaramente: gli atenei applicano in proposito il cosiddetto “European Credit Transfer and Accumulation System“ (ECTS). Si tratta di un sistema unitario di crediti per calcolare l’attività di uno studente e renderla così paragonabile. Un importante motore dello scambio europeo di studenti è il programma Erasmus+ dell’UE, che esiste già dal 1987. Il programma finanzia soggiorni di studio e tirocini in tutti gli Stati membri UE e in altri Paesi partner. I parte cipanti ricevono un sussidio economico mens ile, frequentano gratuitamente un corso di lingua e sono esonerati da tutte le tasse d’iscrizione. Le destinazioni più amate dagli studenti Erasmus sono la Spagna e la Francia. Stando ad uno studio UE, la partecipazione a Erasmus+ aiuta anche nell’orientamento professionale. In un sondaggio, sette alunni Erasmus su dieci hanno detto di aver meglio individuato, dopo il loro soggiorno all’estero, come andare avanti professionalmente. 3 0 I 3 1

V I A G G I A R E N E L L ‘ U E Mobilità senza frontiere: è stato fatto un passo importante verso un’Europa comune quando, nel 1985, cinque Paesi abolivano i controlli alle loro frontiere con altri Stati europei. Era stato firmato l’accordo di Schengen, cui ha dato il nome una piccola cittadina in Lussemburgo. L’accordo veniva firmato nei pressi di Schengen su una nave attraccata sulla Mosella, nel punto di incontro della frontiera tra Germania e Francia. Da allo ra, i cittadini europei possono viaggiare libera mente e i pendolari passare le frontiere senza essere controllati. Fanno oggi parte dello spazio Schengen 26 Stati e la libera circolazione è una delle più grandi conquiste dell’UE. E i cittadi ni europei amano spostarsi in macchina o in aereo nei Paesi vicini: di anno in anno si con tano 1,25 miliardi di viaggi nello spazio Schengen – di solito. È stato quindi un evento molto incisivo quando, a marzo 2020, diversi Paesi hanno I numeri del TURISMO Circa 12,3 milioni di persone nell’UE lavorano nel settore turistico. In tutto il mondo, l’Europa è la più gettonata destina zione di viaggio. Il turismo è importante soprattutto per le regioni UE econo micamente meno forti, per affrontare sfide quali la disoccupazione giova nile e la bassa crescita. E gli europei stessi vanno volentieri in vacanza nell’UE: nove delle dieci destinazioni più amate sono nell’Unione. Sette Paesi europei figurano tra i dieci più importanti Paesi di provenienza di turisti stranieri in Germania. ripristinato i posti di frontiera onde con tenere la pandemia Corona. I controlli sono ripresi anche alle frontiere tedesche con Paesi limi trofi. Passare la frontiera per motivi privati era possibile solo in misura limitata. Da fine maggio si torna lentamente alla nor malità. A metà giugno, il Ministero Federale degli Affari Esteri ha revocato l’invito a non viaggiare in 31 Paesi europei. Sembra dunque che quest’estate sarà nuovamente possibile an dare in vacanza nei Paesi europei, anche se oc correrà ancora rispettare severe regole di igiene e distanziamento. Il Ministro Federale degli Esteri Heiko Maas ha tuttavia annunciato che quest’estate non si riporteranno in patria tede schi da tutto il mondo. Dallo scoppio della pandemia Corona, il suo ministero ha coordi nato il rientro di oltre 230 000 turisti dalla Germania e da altri Paesi europei, rimasti bloc cati nei loro luoghi di villeggiatura organizzan do, allo scopo, più di 250 voli speciali. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

F A R E R I C E R C A N E L L ‘ U E Investimenti nel futuro dell’Euro- pa: idee nuove e ricerca innovativa contri- buiscono al successo economico dell’UE, migliorano la vita quotidiana dei cittadini europei e aiutano ad affrontare le sfide glo- bali, come ad esempio la pandemia Corona o il cambiamento climatico. La creazione di uno “Spazio Europeo della Ricerca” (SER) è un obiettivo vincolante dell’UE dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009. Con tribuisce alla sua creazione soprattutto Oriz zonte 2020, il programma pluriennale dell’UE per ricerca e innovazione. Tra il 2014 e il 2020, con questo programma l’UE ha soste nuto progetti comuni di ricerca con quasi 80 miliardi di euro. Tutti i dati scientifici raccolti con i progetti Orizzonte sono liberamente accessibili per ri cercatori europei tramite la “European Open Science Cloud (EOSC)”. Circa 1,7 milioni di scienziati presso università e istituti in tut ta l’Europa e 70 milioni di professionisti che I numeri del ORIZZONTE EUROPA “Orizzonte Europa” è un nuovo ed ampio programma UE per la ricerca e l’innovazione che, con una dotazione di 100 miliardi di euro, andrà a sostenere ricerca tori in tutta Europa per un periodo di sette anni. Nel 2017, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno speso complessi vamente circa 320 miliardi di euro per ricerca e svi luppo (R&S). La quota di PIL per spese in ricerca e sviluppo è stata con ciò superiore al due percento, ma si intende portarla al tre percento al fine di migliorare ulteriormente la competitività dell’UE. lavorano in attività legate a scienza e tecnolo gia possono fare rete su questa piattaforma. Essi raccolgono, amministrano, analizzano e condividono i dati delle loro ricerche, supe rando frontiere e compartimenti delle diverse discipline. L’Europa intende così soprattutto rafforzare la sua competitività internazionale in merito all’analisi di big data e facilitare il lavoro di startup e piccole e medie imprese. Come reazione alla pandemia Corona, l’UE ha inoltre creato un portale che permette a scienziati di scambiare dati relativi a covid19. Si tratta di una piattaforma che potrebbe rivelarsi importante per lo sviluppo di un vaccino. In futuro l’UE vuole inoltre far sì che inven tori, imprenditori e ricercatori possano più facilmente tutelare le loro idee in tutta Europa. È previsto che il brevetto comune parta dalla fine del 2020. L’Ufficio europeo dei brevetti potrà così concedere un brevetto valido in tutti gli Stati UE. 3 2 I 3 3

T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I N E L L ‘ U E La salute è un bene prezioso e l’UE segue questo tema da vicino non solo da quando è scoppiata la pandemia Corona. La tutela dei consumatori europea garantisce alimenti sicuri, e tante altre cose. Il regola mento europeo relativo alle informazioni sugli alimenti garantisce ad esempio un’etichettatura trasparente e unitaria sugli alimenti confezio nati. Pubblicità che promette un effetto saluta re è permessa solo se autorizzata dalla Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Anche in merito ai giocattoli esistono requisiti comuni: i prodotti commercializzati nell’UE devono rispettare severe norme di sicurezza. Il sistema comunitario di informazione rapida RAPEX informa in rete su prodotti di consu mo di diversi settori che potrebbero essere pericolosi. Uno degli esempi più conosciuti di tutela dei consumatori nell’UE è l’abolizione delle tariffe di roaming. Da allora, l’uso del cellulare all’in I numeri del TR A SPARENZ A La tutela dei consumatori europea è una storia di suc cesso, ha però, come molti ambiti della politica europea, un problema di percezione. In un sondaggio condotto dalla Federazione delle organizzazioni dei consuma tori tedeschi, la metà degli intervistati ha dichiarato che l’abolizione delle tariffe di roaming e il diritto unitario di recesso nel commercio on line non sono stati sufficien temente pubblicizzati come conquiste dell’UE. D’altra parte, grande è il desiderio di una forte tutela dei consumatori: nove su dieci intervistati si sono detti a favore dell’introduzione di una azione collettiva UE. terno dell’Unione non comporta più costi aggiuntivi. L’UE ha rafforzato i diritti dei con sumatori anche per quanto riguarda il diritto di recesso nell’ecommerce e dai contratti di energia elettrica e telefonia. E l’UE potrebbe presto diventare un partner importante anche per preoccupazioni meno quotidiane: alla fine del 2019 gli Stati membri europei hanno concordato di rendere possibili azioni collettive transnazionali. Cittadini di diversi Paesi europei potrebbero così promuove re insieme azioni risarcitorie contro un’azienda, ad esempio contro multinazionali automobili stiche nell’ambito della manipolazione dei gas di scarico. Di fronte a contenziosi transnazionali, i consu matori sanno ora a chi rivolgersi: i Centri euro pei dei consumatori offrono ad esempio aiuto per reclamare un prodotto acquistato in un altro Paese UE e rivelatosi poi, a casa, difettoso. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

L’Europa dovrà uscire dalla crisi più forte, più giusta e più sostenibile. Questo vuole raggiungere la Germania durante la sua presiden- za del Consiglio UE. Tutela del clima, dell’ambiente e delle specie sono non solo alcuni dei tanti temi, bensì il cuore del prossimo bilancio UE e del piano di ricostruzione della Commissione, su cui si nego zierà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sotto la presidenza tedesca. Un quarto del bilancio andrà direttamente nella tutela del clima, accanto al nuovo fondo di ricostruzione di 750 miliardi di euro, con cui sostenere energie rinnovabili, la svolta nel traffico e nell’approvvigionamento di calore ed un cambiamento strutturale socialmente equilibrato. Investimenti ecologici e sostenibili possono così divenire un’opportunità per migliorare ancora di più la qualità della vita in Europa, far progredire l’eco nomia e, allo stesso tempo, prevenire crisi future. Molti Stati membri UE mostrano già ora i tanti vantaggi che porta la sostenibilità. Se si inve ste coerentemente nelle energie rigenerative dimi nuisce, ad esempio, la dipendenza dalle importazio ni di petrolio e di gas. Le città non sprofondano più negli ingorghi e nel caos di traffico se si dà più spazio alle biciclette. Un’intelligente combinazione di agevolazioni fiscali e sistemi di incentivi può dare un forte impulso al risanamento energetico degli edifici. La promozione dell’agricoltura ecologica crea nuovi posti di lavoro e opportunità economiche per aziende familiari e venditori diretti. E la creazione di nuove aree naturali protette fa bene anche alla salute e al benessere dei cittadini. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

C L I M A & A M B I E N T E F R A N S T I M M E R M A N S Futuro verde Il commissario UE Frans Timmermans parla della visione di un‘Europa sostenibile. I N T E R V I S T A H E L E N S I B U M SSignor Timmermans, la pandemia corona che effetto ha sul Green Deal? Covid-19 ci ha mostrato quanto siamo vulnerabili. La crisi ci ha anche fatto capire quanto sia impor- tante la nostra salute. Ma mentre siamo impegnati nella lotta contro questo pericolo imminente, la crisi del clima e della biodiversità continuano a progredire e sono anch’esse molto reali. Anche loro hanno effetti diretti sulla nostra salute e sul nostro benessere. Ci tengo a sottolineare che il Green Deal non è un lusso per ricchi. È indispensabile per tutti. Se stiamo per mettere a disposizione mi- liardi di euro per sostenere le nostre economie e aiutare le persone a tornare al lavoro, dovremmo spendere il denaro in modo oculato. Rappresentanti dell’economia obiettano che a causa della crisi economica non potranno rispetta- re gli standard ecologici sempre più rigorosi. Rispondo loro che prima o poi dovranno accettare questa nuova realtà. Forse potranno rimandare an- cora di qualche anno investimenti o trasformazio- ni, ma a un certo punto non potranno più ignora- re la realtà. Anche senza il Green Deal, il cambia- mento era già in atto. Ora come ora sta cambian- do tutto. Ci troviamo nel bel mezzo della quarta rivoluzione industriale, il modo in cui viviamo, la- voriamo, consumiamo, buttiamo via: tutto è in movimento. Covid-19 e la crisi economica che ne A P O R U E 3 6 I 3 7 è derivata ci costringeranno a fare passi molto, molto più rapidi verso gli investimenti e la trasfor- mazione. Possiamo fare lo struzzo e sperare che tutto rimanga così come è sempre stato. Ma non sarà così. Quindi o prendiamo in mano il nostro destino o ci arrendiamo ad esso. Crede che nell’UE per via della crisi corona si sia formato un senso più forte di coesione, anche per quanto riguarda la tutela del clima? Capisco che la prima reazione di alcuni Stati membri è stata nazionale, anche perché alcuni hanno avuto la sensazione che l’UE come comuni- tà non si sia mossa con la dovuta celerità. Ma in fin dei conti i Paesi membri UE comprendono che potremo vincere questa lotta solo cooperando. Lo stesso vale per tante altre sfide. La lotta contro il cambiamento climatico e la crisi della biodiversità, nell’interesse della salute e del benessere dei nostri cittadini, potrebbe diventare la nuova raison d’être dell’UE. Il pacchetto d’aiuti “Next Generation EU” dell’Unione contempla a sufficienza aspetti ecologici? Sì. Sono molto soddisfatto che le questioni ecolo- giche siano sostanzialmente ancorate nel nostro importante piano di ricostruzione “Next Genera- tion EU”. Quando gli Stati membri presenteranno i loro piani nazionali, la svolta ecologica, al pari della digitalizzazione, ne sarà una parte importan- te. È quello che volevano i capi di governo euro- pei, e lo abbiamo elaborato. Non può essere altri- menti, perché non possiamo non costruire un’eco- nomia verde, inclusiva e resiliente. Se riusciremo bene a farlo, l’Europa sarà pioniera nell’affrontare tutte queste questioni: il clima, mantenere pulite l’aria e l’acqua, produrre più alimenti sostenibili, elettrificare il nostro traffico pubblico e privato e passare a un’economia senza emissioni di carbonio. Che cosa si aspetta dalla presidenza tedesca del Consiglio UE? Ho delle aspettative molto alte. La Germania è un Paese europeo speciale, che ha mostrato più volte di superare sé stessa, non solo riguardo alla sua forte industria, ma anche quando parliamo di for- za morale e politica. È un Paese che ha deciso che il suo interesse nazionale è legato all’interesse collettivo dell’Unione Europea. Spero anche che Corona ci abbia insegnato che se ci avviciniamo ancora di più in questa Unione non c’è quasi nulla che non possiamo raggiungere. Insieme.

Dare l’esempio sostenibile Con il Green Deal, l’Europa si è data obiettivi ambiziosi. Nell’Unione, tanti sono gli Stati membri che hanno già raggiunto questi obiettivi o che si trovano su una buona strada. Sei esempi best-practice. T E S T O V E R E N A K E R N T R A S F O R M A Z I O N E D E L S I S T E M A E N E R G E T I C O A G R I C O L T U R A Un passo centrale sulla strada verso un’Europa verde è la trasformazione del sistema energetico. In Germania, questo concetto indica l’abbandono dell’utilizzo di fonti energetiche fossili e dell’energia nucleare a favore dell’uso di energie rinnovabili. Entro il 2030, un quarto della superficie agricola d’Europa dovrà essere coltivata in modo biologico. Questo l’obiettivo della nuova strategia EU in materia di biodiversità, volta ad accrescere la biodiversità, proteggere la natura e produrre alimenti più sani. Nella transizione verso l’approvvigionamento energetico da fonti sostenibili, un elemento centrale del Green Deal europeo, la Germania è già molto avanti. Nel 2011, dopo la catastrofe del reattore di Fukushima in Giappone, il Bundestag ha deciso di eliminare l’energia nucleare: al più tardi a fine 2022, l’ultima centrale atomica sarà staccata dalla rete. Entro il 2038 tutte le circa 130 centrali a lignite e carbone saranno chiuse, come ha deciso il Bundestag all’inizio di luglio 2020. Parallelamente, la produzione di energie rinnovabili in impianti più piccoli e decentralizzati e l’ampliamento delle reti elettriche saranno massicciamente incentivate. L’obiettivo: entro il 2050, almeno l’80 percento della fornitura di elettricità e il 60 percento dell’intero approvvigionamento energetico dovrebbe provenire da energie rinnovabili. Un Paese membro ha già raggiunto questo obiettivo ambizioso: l’Austria. Sul 25 percento delle superfici coltivabili si pratica agricol- tura biologica. Si tratta di un record UE. La Svezia e l’Estonia rag- giungono, rispettivamente, il 20 percento. Anche a livello mondiale l’Austria è pioniera. Il Paese promuove, infatti, l’agricoltura biologica già dagli inizi degli anni 90. Dal 2001 esistono iniziative speciali che vengono continuamente rinnovate. E il sostegno sta dando i suoi frutti. Un’azienda su cinque è passata all’agricoltura biologica, ten- denza in crescita. La domanda di alimenti biologici è forte e per tante fattorie a conduzione familiare che vendono direttamente i loro prodotti, la produzione organica offre buone prospettive. A paragone, Il numero di aziende agricole in Austria è ancora relati- vamente alto (circa 120 000). La Germania ne conta ancora solo 260 000, ed ha una superficie quattro volte più grande. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

C L I M A & A M B I E N T E E N E R G I A P U L I T A Perché l’Europa diventi più verde, non è neces- sario reinventare ogni volta la ruota. In tanti Stati UE esistono già provate ricette di succes- so per uno sviluppo sostenibile. E D I F I C I & R I S T R U T T U R A Z I O N I A P O R U E 3 8 I 3 9 Già da anni, la Svezia continua a posizionarsi prima nei ranking internazionali in materia di tutela del clima. Il Paese scandinavo, loda l‘Agenzia Internazionale per l’E- nergia, ha fatto i maggiori progressi a livello mondiale nel passaggio ad un’economia a bassa emissione di CO2. In Svezia, l’emissione annua pro capite di anidride carbonica è di sole quattro tonnellate. Il Paese è con ciò un modello anche per la Germania, dove si contano invece ancora circa nove tonnellate. La Svezia punta coerentemente sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili, che coprono più della metà dell’intero fabbi- sogno energetico, molto di più di qualsiasi altro Paese UE. Per il 2020, l’UE vuole raggiungere complessivamente il 20 percento. Il cosiddetto “Swedish Way” prevede tutta una serie di misure. I ri- scaldamenti a gasolio sono obsoleti, quasi tutti gli edifici sono ben isolati, le automobili elettriche diventano molto attraenti gra- zie ad un nuovo sistema bonus-malus. Già nel 1991 era stata in- trodotta una tassa CO2, che da allora è stata gradualmente au- mentata diminuendo, in cambio, l’imposta sui salari. E in materia di elettricità verde, la Svezia raggiunge una quota del 66 percen- to. Così facendo, il Paese è, a livello UE, tra gli Stati con il mix di elettricità più pulito, assieme all’Austria (73 percento). In Svezia, la trasformazione energetica è cominciata già ne- gli anni 70 quando il Paese, come reazione alla crisi petrolifera, metteva a punto programmi di isolamento termico e aumentava l’uso del teleriscaldamento. Quando dieci anni dopo cominciava la discussione relativa all’abbandono dell’energia nucleare, si in- centivava l’energia idrica, cui si aggiungevano più tardi energia eolica e biomassa. Il futuro dell’energia nucleare è ancora incerto, ma entro il 2040 il Paese vuole utilizzare solo energie rinnovabili e raggiungere per il 2045 la neutralità climatica, cinque anni prima dell’obiettivo che si è prefissa l’UE. Chi costruisce una casa in Europa deve già da tempo rispettare standard energetici sempre più severi. Ma la vera sfida sono gli edifici esistenti. Più di un terzo ha più di 50 anni. La ristrutturazione energetica degli edifici esistenti è necessaria per poter raggiungere l’obiettivo di rendere il settore sostanzial- mente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. Nell’UE, gli edifici consumano il 40% dell’energia e causano il 36% delle emissioni di CO2. Con il Green Deal si intende raddoppiare la quota di ristrutturazioni in tutta l’Europa. Secondo uno studio della Commissione europea, sono sinora i Paesi scandinavi e bal- tici all’avanguardia per efficienza. Ma è stata la Francia a adottare le misure più efficaci e raddoppiare quasi l’efficienza energetica nell’arco di dieci anni. Due sono state le chiavi del successo indivi- duate dallo studio: la Francia punta più su agevolazioni fiscali che su aiuti economici. E offre non solo un unico sistema di in- centivazioni, bensì tutta una serie: ad esempio sovvenzioni, pre- stiti senza interessi, crediti d’imposta e IVA ridotta. Anche l’Italia ha fatto molto bene, adottando il sistema di detrazione fiscale “Eco-Bonus” per le ristrutturazioni.

M O B I L I T À Una mobilità sostenibile e rispettosa dell’ambiente è da tempo un obiettivo centrale della politica dei trasporti dell’Unione. Chiunque abbia mai usato una bicicletta olandese capisce con ogni pedalata che andare in bicicletta, in Olanda, non è solo un modo per spostarsi. È una filosofia. E un piacere. Il Paese viene definito paradiso della bicicletta, un modello per tutti i Paesi e le regioni che intendono rendere la mobilità più sostenibile. Nei Pa- esi Bassi, un quarto di tutti i tragitti sono effettuati in bicicletta, in alcune città addirittura quasi la metà. A Berlino invece, nonostan- te aumenti di molto, la quota di traffico ciclistico degli ultimi anni è solo del 18 percento e a livello di UE il valore scende ben al di sotto del dieci percento. La precedenza alle biciclette: nei Paesi Bassi non è stato sempre così. Anche laggiù hanno a lungo dominato le automobi- li. Quando negli anni 70 il numero di auto cominciò a crescere nettamente e un numero sempre maggiore di bambini morivano in incidenti automobilistici, i cittadini scesero in piazza a rivendi- care una diversa politica della mobilità. Le proteste ebbero suc- cesso. Da allora, l’Olanda promuove coerentemente la mobilità su bicicletta con piste ciclabili confortevoli, sicure e veloci, ben demarcate sulla strada, la precedenza nel traffico cittadino, l’onda verde per i ciclisti, parcheggi numerosi e ben fatti e un collega- mento intelligente al trasporto pubblico. Ed è valsa la pena passare ad una mobilità che non pone al centro di tutto l’automobile. Il numero dei morti sulla strada è di- minuito e le città sono nel complesso divenute più vivibili. Anche la salute ci guadagna molto. Relativi studi mostrano che l’inquina- mento atmosferico è migliorato e andare in bicicletta previene anche l’obesità, contribuendo a ridurre le assenze per malattia. Inoltre, si risparmiano costi perché è più economico costruire pi- ste ciclabili che strade per macchine. Se ne avvantaggiano addi- rittura gli automobilisti: da quando aumentano i ciclisti si formano meno code e il traffico è meno stressante. B I O D I V E R S I T À Una natura intatta è importante non solo per la salute e il benessere dei cittadini. La diversità biologica svolge un ruolo molto importante anche per la sicurezza alimentare e la tutela del clima. Ed è, infine, un rilevante fattore economico. Secondo stime della Commissione europea, la Rete Natura 2000 di zone protette nell’UE porterà benefici monetari com- presi tra i 200 e i 300 miliardi di euro l’anno. Ma per il momento fa parte di questa rete solo il 18 percento della superficie euro- pea. Con il Green Deal si vuole pertanto aumentare, nei prossi- mi dieci anni, al 30 percento la quota di zone protette, anche per creare nuovi posti di lavoro e accrescere la resilienza nei confronti di crisi future. La Slovenia ha già raggiunto questo obiettivo. Il Paese è uno degli Stati UE con una percentuale particolarmente elevata di foreste e con la maggiore biodiversi- tà. La Slovenia ha designato quasi il 38 percento del suo territo- rio come zone Natura 2000, facendone aree protette, un valore record. Anche la Croazia ha una quota simile, il 37 percento, e la Bulgaria il 35 percento. La Germania raggiunge solo circa il 15 percento. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

La UE in superlativi Visitare le università più antiche, navigare sul fiume più lungo e andare a zonzo nella più grande metropoli: in viaggio record attraverso gli Stati membri UE T E S T O K I M B E R G L E U N I V E R S I TÀ P I Ù A N T I C H E I L M AG G I O R N U M E RO D I S I T I D I PAT R I M O N I O M O N D I A L E I M U S E I P I Ù V I S I TAT I T O P 5 A P O R U E 1. Università di Bologna, Italia (fondata nel 1088) L‘Università di Bologna è considerata la più antica e continuativa università d’Europa. Interessante: ha ammesso fin dall’inizio anche studenti donne. 2. Università di Parigi, Francia (circa 1170) 3. Università di Salamanca, Spagna (1218) 4. Università di Padova, Italia (1222) 5. Università di Napoli, Italia (1224) 1. 1. I t a l i a ( 5 5 ) L o u v r e , P a r i g i Con i suoi 55 siti riconosciuti, l’Italia è in cima alla lista dei patrimoni dell’umanità all’interno dell’UE. Fa parte del patri monio culturale del Paese, ad esempio, il parco archeologico di Pompei (foto). La Germania è al 3° posto. Siti tedeschi più recenti aggiunti alla lista: la regione montana dei Monti Metalliferi (assieme alla Repubblica Ceca) e lo storico sistema idrico di Augusta. 2. Spagna (48) 3. Germania (46) 4. Francia (45) 5. Grecia (18) Il Musée du Louvre ha aperto le sue por te per la prima volta nel 1793. Oggi è uno dei musei più amati del mondo. Nel 2019 ha totalizzato 9,6 milioni di visitatori e raggiunto così un nuovo record nella UE. 2. Musei Vaticani, Città del Vaticano 3. Reina Sofía, Madrid 4. Musée National d’Art Moderne nel Centre Pompidou, Parigi 5. Musée d’Orsay, Parigi 4 0 I 4 1

L E C I T TÀ P I Ù G R A N D I I M AG G I O R I P O R T I I F I U M I P I Ù LU N G H I 1. 1. B e r l i n o ( 3 , 6 m i l i o n i d i a b i t a n t i ) R o t t e r d a m , P a e s i B a s s i Nei 30 anni dalla riunificazione, Berlino è passata da città divisa del dopoguerra ad una delle metropoli più gettonate del mondo. Oggi la città è sia centro politico che artistico della Germania – e un luo go molto attraente dove vivere. Tante rotte di navigazione portano a Rotterdam è lì è il maggior porto d’Eu ropa. Nel 2019 vi sono stati movimentati circa 14,8 milioni di container TEU. Dei Top 5 in Europa fa parte anche il porto di Amburgo. 2. Madrid ( 3,3 Mio) 2. Anversa, Belgio 3. Roma ( 2,9 Mio) 3. Amburgo, Germania 4. Parigi ( 2, 2 Mio) 4. P ireo, Grecia 5. Vienna (1,9 Mio) 5. Valencia, Spagna 1. D a n u b i o ( 2 8 5 7 k m ) Il Danubio è un fiume europeo nel vero senso della parola e si snoda ben oltre le frontiere dell’UE: sorge in Germania e scorre attraverso altri nove Paesi europei prima di sfociare nel Mar Nero. Uno dei tratti più lunghi li percorre attraverso la Romania, mentre nella Repubblica di Moldavia scorre per soli 340 metri. 2. Reno (1233 km) 3. Elba (1094 km) 4. Vistola (1022 km) 5. Tago (1007 km) I C LU B S P O R T I V I CO N I L M AG G I O R N U M E RO D I T E S S E R AT I 1. F C B a y e r n M ü n c h e n ( 2 9 3 0 0 0 ) Vincitore record di campionato, vincito re record della Coppa di Germania e vincitore record del double: l’FC Bayern München non è solo una delle squadre di calcio di maggior successo in Europa, ma come società polisportiva conta an che il maggior numero di tesserati. 2. Benfica Lisbona ( 233 000) 3. Club Alpino Tedesco, Sezione di Monaco (178 000) 4. Club Alpino Tedesco, Sezione di Oberland (177 000) 5. Sporting Lisbona (160 000) D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

L O S G U A R D O D A F U O R I L‘Europa e noi: voci da tre continenti I L L U S T R A Z I O N I J U L I A N R E N T Z S C H A P O R U E 4 2 I 4 3 D I N G C H U N Direttore del Centro di Studi Europei presso l’Università Fudan, Shanghai S E R G I O R A M Í R E Z Scrittore e vincitore del Premio Cervantes, ex vicepresidente del Nicaragua È vero: ci sono differenze tra la Cina e l’UE, quando guardiamo a cultura, istituzioni e livello e modello dello sviluppo sociale. Ma cooperazione e consenso prevalgono in confronto a competizione e dissenso. Entrambe le parti dovrebbero pertanto promuovere il multilateralismo, un’economia mondiale aperta e il libero scambio, al fine di compensare le conseguenze dell’unilateralismo e del protezio- nismo, praticati da alcuni Paesi sviluppati. La Cina aprirà ulteriormente la sua economia e risolverà le sue divergenze con l’UE, tra le altre cose portando avanti le trattative per un accor- do di investimento. Attraverso una saggia ge- stione delle loro relazioni commerciali ed eco- nomiche, la Cina e l’UE possono solo rafforzare la loro cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti.” I rapporti tra l‘America Latina e l’UE vanno al di là del trattato per l’integrazione dei merca- ti. La diversità culturale dei Paesi dell’America Latina, che hanno presto integrato la cultura europea, sono la prova di questa vicinanza. Il maggiore vantaggio, forse, che l‘America Latina ha quando guardiamo all’Europa, è il suo essere uno spazio di diversità multiculturale che non mira ad alleanze geopolitiche e non cerca di di- videre il mondo in blocchi. L’Europa è per noi allo stesso tempo uno specchio in cui guardarci e confrontarci con l’ideale democratico, perché purtroppo portiamo ancora in noi gli oneri dell’autoritarismo. Dovremmo pertanto mirare insieme a costruire un rapporto duraturo e frut- tuoso sulla base di libertà, umanesimo e tolle- ranza.”

E L L E N J O H N S O N S I R L E A F V I V I A N B A L A K R I S H N A N ex presidente della Liberia, vincitrice del Premio Nobel per la Pace Ministro degli esteri di Singapore, coordina- tore dell’Associazione delle Nazioni del Sud- est asiatico (ASEAN) per i rapporti con l’UE L’Europa e l’Africa sono legate indissolubil- mente da storia, geografie e relazioni eco- nomiche. La garanzia di un futuro di pace e prosperità su entrambi i continenti richiede la loro cooperazione, ma non quel rapporto di donatore e postulante che ha, in passato, deter- minato la “cooperazione”. Al suo posto, i capi di Stato e di governo di entrambe le parti devo- no costruire un rapporto strategico paritario, che sia utile all’Europa tanto quanto non lo sia per l’Africa. Essi devono ora posare il fonda- mento per un rapporto siffatto, raggiungendo un accordo su una strategia lungimirante, af- frontando le disuguaglianze strutturali, usando i vantaggi della migrazione e che porti a van- taggi tangibili per i suoi cittadini.” Ci troviamo in due regioni a mala pena paragonabili dal punto di vista geografi- co. Ci organizziamo in modo molto diverso, cosa non sorprendente date le diverse condizioni quadro nazionali. Ma abbiamo valo- ri comuni e principi comuni della cooperazio- ne. Si potrebbe dunque dire che l’Unione Euro- pea e l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico siano in un certo senso partner del tutto naturali. Se guardiamo alla retorica anti- globalizzazione degli ultimi anni, credo che oggi sia tanto più importante che UE e ASEAN si avvicinino su una piattaforma comune di scambio e che intensifichino ancora di più la loro cooperazione.” D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

Controlli EUBAM alla frontiera tra la Repubblica di Moldavia e l’Ucraina Lato sinistro: missione di formazione EUTM Mali G Giovani soldati maliani lottano tra di loro nella polvere del deserto. Con abilità praticano a vicenda il “nodo manetta”. I loro formatori europei si ralle- grano dei successi raggiunti nell’addestramento di risoluzione di conflitti senza ricorrere alle armi e senza ferire l’avversario: bastano pochi movimenti della mano e una corda e l’avversario giace legato al suolo. sione EUTM in Mali. Con fino a 450 soldati e sol- datesse la Germania può continuare la missione appoggiando, oltre all’esercito del Mali, gli altri Stati G5 del Sahel, soprattutto il Niger e il Burkina Faso. L’approccio regionale aumenterà l’effetto del- la missione di addestramento UE. Riuscire a conte- nere la violenza nella fragile regione del Sahel signi- fica eliminare allo stesso tempo le cause di fuga. Pilastri per la stabilità Ampio approccio L’addestramento è parte di uno dei progetti di for- mazione dell’Unione Europea per l’esercito del Ma- li. La European Union Training Mission (EUTM) Mali è una delle missioni più importanti con cui l’UE si assume responsabilità per la stabilità nel suo grande vicinato. Fornendo addestramenti e consu- lenza, già dal 2013 l’Unione contribuisce ad au- mentare l’efficienza dell’esercito maliano. Finora sono stati formati in Mali circa 15 000 soldati e soldatesse. La capacità del Mali di rendere sicuro autonomamente il proprio territorio rappresenta un pilastro essenziale per la stabilità della regione. E la sicurezza è la base per la ripresa economica e per migliori condizioni di vita della popolazione. A fine maggio il Bundestag ha prolungato e ampliato la partecipazione delle forze armate tedesche alla mis- Con attualmente 17 missioni, l’UE contribuisce alla sicurezza e alla stabilità nel suo vicinato, con l’impegno di circa 5000 soldatesse e soldati, poli- ziotte e poliziotti e con esperti civili. L’operazione più recente, partita ad aprile, è “Irini” nel Mediter- raneo, con cui forze della marina di Stati UE appli- cano l’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite nei confronti della Libia. La missione UE di più lunga durata è l’operazione “Althea” in Bo- snia-Erzegovina, dove soldatesse e soldati dall’UE aiutano il giovane Stato balcanico a costituire forze armate proprie. Le guerre e i conflitti nei Balcani sono sta- ti il punto di partenza per la politica di sicurezza e difesa dell’Unione Europea. Alla conferenza di Pe- tersberg presso Bonn nel 1992, l’Unione definiva i D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

S I C U R E Z Z A & D I F E S A Sguardo d‘ insieme: la missione EUMM osserva la situazione sulle linee amministrative di Abcasia e Ossezia del Sud, territori riven- dicati dalla Georgia e controllati dalla Russia. A P O R U E 4 6 I 4 7 suoi obiettivi comuni: “Compiti umanitari e mis- sioni di soccorso, di mantenimento della pace e operazioni di combattimento nella gestione di crisi, comprese le operazioni di pace.” Da allora, questo l’approccio è divenuto il segno distintivo dell’impe- gno europeo per la sicurezza. L’abilitazione del partner come obiettivo principale La maggior parte delle missioni UE di Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) sono oggi operazioni civili. Oltre alla gestione delle crisi, è necessario creare una sicurezza duratura, costruen- do strutture affidabili nell’esercito e nella polizia, ma anche nelle istituzioni statali dei Paesi partner. Una delle missioni che contribuisce alla riforma del settore civile della sicurezza è la EU Advisory Mission (EUAM) in Iraq, comandata da Chri- stoph Buik della polizia federale. La missione for- nisce consulenza al ministero degli interni irache- no e si dedica, inoltre, anche a importanti temi trasversali come la protezione contro il commer- cio di beni culturali saccheggiati o questioni di uguaglianza. Allo scopo, esperti UE fanno opera di sensibilizzazione sul luogo perché le donne pos- sano più facilmente accedere ai servizi di sicurezza iracheni, dove sono attualmente fortemente sotto- rappresentate. Consulenza, formazione e aggiornamento professionale dei partner sono, in linea di princi- pio, al centro delle missioni PSDC, per aiutare ad aiutarsi da sé. Ciò avviene nella ferma convinzione che attori locali possano meglio risolvere i conflitti piuttosto che Stati o alleanze che agiscono dall’e- sterno. Spesso, tuttavia, i partner regionali sono sprovvisti dei mezzi necessari a realizzare significati- vi piani di sicurezza. L’UE interviene proprio qui, con l’intenzione di mettere i suoi partner in grado di garantire autonomamente la propria sicurezza e quella della regione. Rafforzare le missioni civili L‘UE amplia continuamente gli strumenti a sua di- sposizione. Ciò riguarda, ad esempio le strutture comuni di pianificazione e comando delle missioni nel Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) oppure regole di finanziamento semplificate per i “Gruppi tattici UE”, contingenti militari di reazio- ne rapida in caso di crisi acute. Con il “Patto sulla dimensione civile della PSDC” adottato nel 2018 gli Stati UE intendono rafforzare le missioni civili e adeguarle a nuovi scenari di minaccia della sicurez- za. L’UE ha anche adeguato il suo “Strumento per la Stabilità e la Pace” (IcSP). Dal 2017 è possibile fornire consulenza e formazione per le missioni con attrezzature non militari, come veicoli per il tra- sporto sicuro di mine. Tutte le misure sono tese a raggiungere lo stesso obiettivo: far sì che l’UE si assuma la responsabilità per la pace e la libertà lì dove le si chiede di farlo.

M I S S I O N I E O P E R A Z I O N I EU P O L CO PP S Te rritori pales tinesi dal 2 0 0 6 EU FO R A LTH E A B os nia - Er zegov ina dal 2 0 0 4 EU L E X Cossovo dal 2 0 0 8 EU N A FO R M E D I R I N I dal 2 02 0 R EG I O N A L IZ Z A ZI O N E D E L L E M I S S I O N I P S DC G 5 S a hel dal 2 017 EU TM M ali dal 2 01 3 EU C A P S A H E L M ali dal 2 014 EU C A P S A H E L N ige r dal 2 012 EU B A M L ibia dal 2 01 3 EU B A M Re p. di M oldav ia e Uc raina dal 2 0 0 5 EUA M Uc raina dal 2 014 EU M M G eorgia dal 2 0 0 8 EUA M I raq dal 2 017 EU N AV FO R ATA L A NTA dal 2 0 0 8 EU TM S omalia dal 2 01 0 EU C A P S omalia dal 2 012 EU TM RC A Re pubblica Ce n trafrica na dal 2 016 EUA M RC A Re pubblica Ce n trafrica na dal 2 02 0 militare civile EU BA M R A FA H Te rritori pales tinesi dal 2 0 0 5 Missioni e operazioni dell‘Unione Europea nell’ambito della sua responsabilità per pace e sicurezza dentro e fuori l’Europa Scambio in Bosnia-Erzegovina: parla un collaboratore di EUFOR Althea D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

C U L T U R A In alto a sinistra: “Ice Watch” davanti alla Galleria Tate Modern di Londra, 2018 In alto a destra: la “Scala infinita” a Monaco (dal 2004) Al centro a sinistra: “Algae window” nel Kunsthaus di Zurigo, 2020 Al centro a destra: “Your planetary window” al Guggenheim di Bilbao, 2020 In basso a sinistra: “Your body of work” all’ ArtScience Museum di Singapore, 2018 In basso a destra: “In real life” al Guggenheim di Bilbao, 2020 A P O R U E 5 0 I 5 1 > PAT R I A D ’ E L E- Z IO N E B E R L I N O Nato nel 1967 in Danimarca e cresciuto in Islanda, già durante gli studi d’arte a Copenaghen Olafur Eliasson entrava in contatto con rap- presentanti dell’ambiente artistico tedesco. Nel 1995 si trasferiva a Berli- no, dove fondava lo “Studio Olafur Eliasson”. Un team composto da esperti di architettura, artigianato e digitale lo aiuta nella realizzazione dei suoi progetti. Dal 2009 al 2014 è stato professore alla Universität der Künste (UdK), dove ha diretto l’Istituto per esperimenti nello spazio. È anche fon- datore dell’impresa sociale “Little Sun”, che produce lampade ad energia sola- re per persone che vivono in regioni senza elettricità.

O Olafur Eliasson è un artista che è rimasto sempre anche bambino. Ha installato enormi cascate sotto i ponti d New York e con rifrazioni di luce ha ani mato persone a far danzare su un muro le loro om bre colorate. Gocce d’acqua fuoriuscite da un tubo sono state trasformate in sculture luminose di luce stroboscopica. Con un enorme disco solare installa to nella sala delle turbine, ha immerso la Tate Mo dern Gallery di Londra in un’atmosfera serale senza fine. Il piacere infantile del gioco e dello stupore, dell’arguzia e della fantasia che vogliono andare ol tre i confini di criteri ragionevoli, si ritrova in tutti i progetti realizzati negli ultimi 25 anni dall’artista daneseislandese che vive a Berlino. Ed è dunque assolutamente logico se, accogliendo l’invito del Ministero Federale degli Affari Esteri di realizzare un progetto artistico per la presidenza tedesca del Consiglio UE, Eliasson ab bia realizzato una piattaforma per bambini e ragaz zi. “Da qualche anno mi interessano le persone cui non si presta ascolto. Come, ad esempio, i bambi ni”, dice Eliasson della sua “opera d’arte decentrale” dal titolo “Earth Speakr”. Per realizzarla, Eliasson ha sviluppato un’app che conferisce una voce me diale a giovani, prestando la propria voce ad un al tro. Come nei migliori dei suoi lavori prece denti, il principio alla base di “Earth Speakr” è molto semplice, ma l’effetto è sorprendente. Uti lizzando l’app sul loro smartphone, bambini e ra gazzi tra 7 e 17 anni possono registrare un messag gio che viene trasformato sul display in una mimi ca grafica. Il messaggio così registrato viene poi trasmesso su un oggetto nelle immediate vicinan ze. Il volto digitale si fonde con lo sfondo e fa dire all’oggetto le parole registrate. È così che allora un albero, ad esempio, si lamenta dell’aria inquinata, una cotoletta in padella si mette a urlare e un’au tomobile comincia a strillare. Allo stesso modo, un cane recita una poesia d’amore, una fragola fa un rutto o un pallone brontola contro l’FC Bayern München. “Il tema di ‘Earth Speakr’ sono le grandi questioni ambientali”, così spiega Eliasson l’inten zione alla base del progetto. “Ma non intendiamo D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

“I bambini sono esperti della speranza. Abbiamo bisogno in generale di un movimento perché si presti ascolto ai bambini, non solo in politica, ma anche da parte di tutti coloro che decidono a livello di società ed eco- nomia.” affatto dettare moralmente ai bambini cosa dire”. I contenuti di questa applicazione di realtà aumen tata sono perciò molto approssimativi, la libertà è illimitata. Eliasson confida che i giovani utenti ca piscano l’intenzione del progetto e non trasformino “Earth Speakr” in una trovata di internet per fare scherzi o dare consigli su come truccarsi. “I bambi ni e i ragazzi sanno molto bene cosa sta succedendo al pianeta.” Dopo una fase di test di otto mesi in mol ti Paesi europei, che il team di Eliasson ha eseguito con esperti di psicologia infantile e di altri campi, l’artista è ora sicuro che i brevi film raccolti sulla piattaforma possano inviare un messaggio efficace alle “élite decisionali in materia di clima”. “Poiché i risultati dell’app sono spesso così surreali e bizzarri, possono essere molto più intriganti di un semplice slogan politico.” E siccome l’app è disponibile in 25 lingue, il risultato finale sarà un vero coro europeo di cose parlanti che dice la sua opinione sull’urgen za di agire nelle decisioni politiche. “Sarebbe molto importante se chi prende le decisioni ascoltasse il consiglio dei bambini”, di ce Eliasson, anche perché i bambini sarebbero “esperti della speranza”. Per questo motivo, l’artista non si aspetta che “Earth Speakr” diventi una “piat taforma di paura”. Anche se le minacce per il futuro dei bambini, causate dal credere degli adulti in un’infinita crescita economica, aumentano ogni giorno, Eliasson spera che ragazze e ragazzi diano una spinta produttiva. “Creo una piattaforma per la grande fantasia e la giocosità che possiedono, su cui possono esprimere le loro preoccupazioni e idee.” È così che Eliasson si considera coinvolto nel progetto per la presidenza del Consiglio EU an che solo come “mezzo artista”. L’altra metà dell’o pera d’arte la creano i bambini e i ragazzi. E i con tenuti non sono, alla fine, neanche proprietà dell’inventore dell’app. “I contenuti prodotti dai bambini continuano ad appartenere ai bambini”, dice Eliasson e aggiunge che per “Earth Speakr”, creato in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e il Goethe Institut, valgono le massime di sposizioni in materia di protezione dei dati. “Abbiamo bisogno in generale di un movi mento perché si presti ascolto ai bambini, non solo in politica, ma anche da parte di tutti coloro che decidono a livello di società ed economia”, dice Eliasson. Che tuttavia, non vuole prevedere cosa faranno i suoi giovani utenti con l’app. “Ha un alto grado di imprevedibilità. Ma ciò è tipico per l’arte.” Lui stesso è curiosissimo, come un bambino, del risultato. D E U T S C H L A N D E D I T I O N 2 0 2 0

S I G L A E D I T O R I A L E Trovate qui ulteriori informazioni sull ’ Unione Europea Commissione UE Il sito web ufficiale della Commissione UE informa sugli obiettivi, le strategie e le priorità della politica europea. Trovate qui regolar- mente informazioni attuali sulle risposte comuni degli Stati membri UE alla pande- mia corona. www.ec.europa.eu/info/ index_it Presidenza del Consiglio UE “Insieme. Per rilanciare l’Europa.” – questo è il motto della Presidenza tedesca del Consiglio dell’UE. Sul sito web troverete informazioni attuali in merito, ad esempio sul pro- getto artistico “Earth Speakr” di Olafur Eliasson. www.eu2020.de A P O R U E Politica estera ed europea Fatti sulla Germania – e Sulle sue pagine dedicate sull‘Europa Conoscere la Germania mo- derna. Il portale Internet “Fatti sulla Germania” offre informa- zioni di base e approfondi- menti su diversi argomenti. Un’attenzione particolare è rivolta alla Germania come partner nell’UE. Il portale è disponibile in otto lingue e si presenta ora in una nuova e vivace ottica. www.tatsachen-ueber- deutschland.de/en/ germany-and-europe all‘Europa, il Ministero Federa- le degli Affari Esteri offre in- formazioni dettagliate e attuali sulla politica estera europea, il ruolo della Germania nell’UE, la sicurezza in Europa e su altri temi. www.auswaertiges-amt.de/ en/aussenpolitik/europa Dossier Europa Leggete come la Germania mostra solidarietà con i suoi vicini nella pandemia. Scoprite con video e quick facts come funziona l’Europa e perché la coopera- zione è importante. Tutto nel Dossier Europa su deutschland.de, disponibile in dieci lingue. www.deutschland.de/en/ keeping-europe-together 5 4 I 5 5 SIGLA EDITORIALE Editore “Deutschland Edition” è pubblicato da FAZIT Communication GmbH in collaborazione con il Ministero Federale degli Affari Esteri, Berlino Casa editrice FAZIT Communication GmbH Frankenallee 71–81, D-60327 Francoforte sul Meno Telefono: ++49 (0) 69/75 91-31 01 www.fazit-communication.de Redazione Redattrice capo: Janet Schayan Redazione: Kim Berg, Arnd Festerling, Christina Iglhaut, Sarah Kanning, Martin Orth, Helen Sibum Art Direction: Stefanie Schwary Assistenza: Isabel Baron Produzione: Anabell Krebs, Stefan Reichart Traduzione: Alda Quagliata www.deutschland.de Servizi redazionali E-Mail: info@fazit-communication.de Telefono: ++49 (0) 69/75 91-31 01 Servizi di vendita E-Mail: vertrieb@fazit-communication.de Telefono: ++49 (0) 69/75 91-30 11 “Deutschland Edition” è venduto in 60 Paesi. Opinioni e pareri espressi dai singoli autori non indicano necessariamente la linea della redazione. Riproduzione solo dietro autorizzazione. Richieste: vertrieb@fazit-communication.de Chiusura di redazione per questo numero: 1° luglio 2020 Immagini in copertina: Getty Images/Digital Vision, Getty Images/E+, Getty Images/Westend61, Getty Images/ Moment RF Copyright © by FAZIT Communication GmbH 2020 Printed in Germany Stampa: Zarbock GmbH & Co. KG, Francoforte sul Meno Crediti fotografici P. 3 dpa; P. 4 Getty Images, picture alliance/Martha Feustel; P. 5 Get- ty Images/E+, Getty Images/Digital Vision; P. 8 Getty Images/E+; P. 11 AFP via Getty Images; P. 12 AFP via Getty Images (3), dpa, Getty Images (4), Getty Images/Moment RF, Getty Images/Maskot, Florian Gaertner/photothek.net, Europa Press via Getty Images; P. 13 Getty Images (2); P. 14 Getty Images (2); P. 15 Getty Images (3); P. 16 dpa; P. 17 AFP via Getty Images, Photothek via Getty Images; P. 18 Getty Images, Andia/Universal Images Group via Getty Images; P. 19 Getty Images; P. 20 AFP via Getty Images, Bloomberg via Getty Images; P. 21 AFP via Getty Images; P. 22 Getty Images/iStockphoto; P. 24 dpa; P. 25 imago images/CTK Photo, imago images/Scanpix; P. 26 AUDI AG; P. 27 stock.adobe.com (2); P. 29 Getty Images/Stone RF; P. 30 Getty Images/E+; P. 31 Getty Images/iStockphoto; P. 32 Getty Images/Maskot; P. 33 Getty Images/iStockphoto; P. 34 Getty Ima- ges/Digital Vision; P. 36 dpa; P. 37 stock.adobe.com, picture alliance/ CHROM ORANGE; P. 38 Getty Images/iStockphoto, picture alliance/Thomas Padilla/MAXPPP; P. 39 picture-alliance/Photoshot, dpa; P. 40 canbedone/stock.adobe.com, Getty Images/EyeEm, Nur- Photo via Getty Images; P. 41 Getty Images, www.portofrotterdam. com, Christoph/stock.adobe.com, picture alliance/Pressefoto Rudel; P. 44 Getty Images; P. 45 Getty Images; P. 46 Photothek via Getty Images; P. 47 Getty Images; P. 48 Getty Images/Patrick Fouque/ Paris Match; P. 50 AFP via Getty Images, @music_loves_art Insta- gram post, Getty Images AsiaPac; P. 51 picture alliance/Martha Feustel, AFP via Getty Images (2); P. 52 Getty Images

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Nel cuore dell‘Europa T U T T O S U L L A G E R M A N I A E I L S U O R U O L O N E L L A U E ) 4 ( s e g a m I y t t e G La Germania è il Paese della diversità, della democrazia viva, dell’economia innovativa. E “Fatti sulla Germania” è il portale internet con i fatti e le informazioni più importanti in merito. Per saperne di più sulla politica, la scienza e la cultura tedesca e sulla cooperazione con i partner europei. Scoprite la Germania. Scoprite l’Europa. www.tatsachen-ueber-deutschland.de/en